La Fondazione Wanda Vecchi Onlus si occupa, sin dall’anno 2000, della solidarietà alle vittime dell’usura nonché della prevenzione a tale fenomeno.
E’ stata riconosciuta dalla Prefettura di Latina con provvedimento n. 1-02. E’ iscritta all’albo del Ministero del Tesoro al n. 24/108 con riferimento all’art.15 della legge 108/96.
Dal mese di novembre 2006, la Fondazione ha ampliato la propria operatività su tutto il territorio della Regione Lazio, giusta autorizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze Commissione Antiusura del 21.11.2006 prot. n. 115060/-ASF/Laz/24.
La Fondazione opera principalmente su Latina e provincia, fino ai confini con la Campania, e poi anche su Frosinone e Roma.
La Fondazione opera per mezzo di professionisti volontari che, in forma assolutamente gratuita, prestano la propria attività professionale per gli utenti.
Sostanzialmente le azioni a tutela del patrimonio degli utenti che si rivolgono alla Fondazione sono: assistenza legale e rapporti con i creditori, anticipazioni con fondi regionali, prestazioni di garanzie su prestiti.
Dalla costituzione ad oggi sono stati effettuati circa 4.930 colloqui in seguito ai quali per oltre 1040 si sono resi necessari interventi finanziari per la risoluzione delle problematiche, tutte afferenti a famiglie e piccoli imprenditori; circa 1.720 casi sono stati risolti senza l’utilizzo dei fondi gestiti dalla Fondazione mettendo a miglior frutto le risorse economiche degli assistiti.
STORIA ED ATTIVITÀ
Nel 2006, a seguito di numerosi casi su segnalazione da parte delle famiglie che si rivolgevano alla Fondazione per problemi di natura economica, l’attività della Fondazione è stata ampliata rispetto a tutta una serie di interventi di natura socio educativa portati avanti sia all’interno della Fondazione, attraverso l’istituzione di una task force per il disagio e il supporto psicologico volto a contrastare situazioni conseguenziali all’assenza di principi e valori, che all’esterno, con tutta una serie di progetti, che in gran parte hanno coinvolto anche il mondo della scuola, di natura educativa. L’obiettivo di entrambe le azioni è stato quello di contrastare la crisi dei valori che si evidenziava come matrice e causa di tutta una serie problematiche psicosociali trattate dalla Fondazione.
Nel 2010 è stato presentato un progetto di educazione per i minori in partenariato con la Provincia di Latina e una serie di istituti scolastici della scuola primaria del capoluogo, che prevedeva una serie di attività socio educative, tra cui l’educazione al corretto uso del denaro.
Nel 2011, nell’ambito delle attività portate avanti per il contrasto alla crisi dei valori e le problematiche a esse correlate, la Fondazione ha avviato un percorso volto ad affrontare il fenomeno delle ludopatie e quindi delle dipendenze da gioco. A tal proposito è stata attivata una collaborazione con l’associazione regionale ‘Saman’, specializzata nel contrasto alle patologie da gioco, e quindi una serie di percorsi in grado di riabilitare prima dal punto di vista psicologico e poi da quello economico, la persona ludopatica.
Nel 2013 la Fondazione ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Latina, ed ha quindi costituito in sinergia con altre associazioni e cooperative, una rete solidale per l’aiuto alle persone con disagio economico, sociale e psichico.
Nel 2015 si è costituita una apposita sezione denominata “La Casa della Vita”. In tale ambito, su un bene confiscato per legge alla criminalità, la Fondazione ha attivato dei percorsi di educazione civica, di inclusione sociale, di recupero e inserimento lavorativo di persone svantaggiate, intendendo per svantaggio non solo quello psichico certificato, ma anche il disagio ‘momentaneo’ non necessariamente accompagnato da patologie. In tale ottica stati presentati progetti internazionali giovanili di interscambio culturale a valere sul programma europeo Erasmus Plus, sono stati costituiti laboratori di cittadinanza attiva per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, ed è in fase di attuazione un progetto di inclusione sociale per soggetti con disagio psicologico che prevede laboratori di teatro, agricoltura, apicoltura, ristorazione, cucina e attività ludico sportivi (canottaggio e vela).